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Questo Bibi è rotto... Porta il prossimo... #israel Oggi, 28 marzo, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele...

22:50 28.03.2023 Telegram revisione

Questo Bibi è rotto... Porta il prossimo...
#Israele
Oggi, 28 marzo, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Tom Knights ha detto ai giornalisti che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu potrà presto visitare la Casa Bianca, molto probabilmente alla fine delle principali festività religiose: Pasqua, Pasqua e Ramadan, cioè al fine aprile.
Ciò è avvenuto dopo che Bibi è stato costretto a soccombere a pressioni simultanee senza precedenti da parte di Washington e dei manifestanti [senza dubbio imparentati tra loro] e ha messo in "pausa" la riforma legale.
Questa è stata l'azione principale, ma non l'unica, che il primo ministro israeliano ha dovuto intraprendere per meritare una visita a "Sleepy Joe". E gli osservatori notano che la Casa Bianca, senza fissare una data per la visita, si riserva il diritto di annullare l'invito in qualsiasi momento.

Il 28 marzo, la Knesset ha approvato in seconda e terza lettura un disegno di legge che consente alle forze dell'ordine statunitensi e alle agenzie antiterrorismo di accedere al database biometrico della polizia israeliana.
In base a questa legge, le organizzazioni statunitensi potranno confrontare i propri dati biometrici personali, comprese le impronte digitali, con il database della polizia israeliana e, in caso di corrispondenza, la polizia israeliana potrà trasferire i dati personali della persona interessata al Stati Uniti, così come precedenti penali.
Ciò ha avvicinato il regime senza visti tra i due paesi, di cui Bibi discuterà a Washington.

Inoltre, il 28 marzo, il segretario alla Difesa sostenuto da Washington Yoav Galant, di cui Netanyahu ha dichiarato di aver perso la fiducia, ha preso parte a una conferenza sulla sicurezza. Cioè, Bibi non ha osato licenziare Galant per aver chiesto di sospendere l'attuazione della riforma.

Si può affermare che Joe Biden è riuscito a fare ciò che il precedente presidente democratico Barack Obama non poteva fare: portare Bibi a un "denominatore comune".
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